L’UE va avanti sul DMA: Apple potrebbe essere costretta a modificare l’App Store, i browser, iMessage e Siri

L’UE va avanti sul DMA: Apple potrebbe essere costretta a modificare l’App Store, i browser, iMessage e Siri

L’Unione Europea ha dei piani ben precisi per frenare le pratiche anti-concorrenziali delle multinazionali tecnologiche, in primis Apple, Google e Facebook.

Dopo l’ultimo incontro in cui il Parlamento europeo ha esteso l’azzeramento dei costi di roaming per ulteriori 10 anni, si è anche parlato del nuovo Digital Markets Act (DMA), ovvero di un insieme di regole da adottare in Europa.

Il testo del DMA deve ancora essere finalizzato e poi approvato sia dal Parlamento europeo che dal Consiglio europeo. Solo dopo questa duplice approvazione e pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, entrerà in vigore dopo 20 giorni. Le regole invece saranno attive dopo 6 mesi. Capirete quindi che c’è ancora una trafila burocratica da superare, tuttavia, è giusto iniziare a capire di cosa si tratta e cosa si sta cercando di fare in Europa.

Attraverso queste regole si cercherà di evitare che le grandi società tecnologiche possano esercitare un monopolio assoluto che ostacoli in maniera importante la nascita e lo sviluppo di altre aziende, piattaforme o servizi. Le aziende che saranno coinvolte dal DMA sono quelle che fatturano almeno 7,5 miliardi di euro all’anno e che hanno una capitalizzazione di almeno 75 miliardi di euro.

Sostanzialmente: tutte le aziende che superano i requisiti dovranno obbligatoriamente fare in modo che i propri servizi di messaggistica siano interoperabili.

Cosa significa avere piattaforme di messaggistica interoperabili?

Significa che se WhatsApp è largamente utilizzata da miliardi di persone nel mondo, è del tutto impossibile che la nascita di una nuova piattaforma possa avere successo. Senza un adeguato numero di utenti che utilizzano l’ipotetica nuova piattaforma di messaggistica, WhatsApp sarà destinata ad avere sempre più successo, schiacciando chiunque altro tenti di entrare in questo settore. L’Europa pensa che sia sbagliato dare tutto questo potere ad una sola azienda, anche perchè con il tempo non potrà fare altro che accrescerlo ulteriormente e raggiungere proporzioni pericolose. Questo vale per WhatsApp come per Facebook, per iMessage, Telegram e quant’altro.

Lo scopo del DMA è quello di incentivare la concorrenza e l’apertura delle piattaforme che avverrà in modo asimmetrico. Questo significa che le grandi applicazioni di messaggistica dovranno aprirsi a quelle più piccole ma non viceversa. Questa possibilità andrà esplicitamente richiesta dalla piattaforma minore e dovrà essere accettata senza scappatoie.

In altre parole, se domani noi creassimo un’applicazione di messaggistica chiamata iSpazioMSG, con 3 utenti in tutto il mondo che la utilizzano, non avremmo alcuna possibilità di successo e sicuramente non potremmo mai battere WhatsApp. Nessuno inizierebbe ad utilizzare la nostra app perchè non troverebbe nessun utente con cui chattare e quindi i messaggi non potrebbero essere inviati e recapitati a nessuno. iSpazioMSG morirebbe e WhatsApp diventerebbe sempre più popolare e potente. Grazie al DMA invece, noi potremmo richiedere a WhatsApp, a Facebook o ad Apple l’autorizzazione (la chiave) per accedere ad un sistema di messaggistica unico per scambiare testi, immagini, videochiamate e quant’altro. Una volta ottenuto tutto questo, noi potremmo utilizzare l’ipotetica applicazione “iSpazioMSG” per inviare messaggi ad altre persone, le quali potrebbero riceverli sia sulla nostra app (se installata) sia su WhatsApp (così come su iMessage, Telegram, Messenger etc). In questo modo i messaggi verrebbero recapitati sempre, a qualsiasi persona, e i destinatari potrebbero anche iniziare ad utilizzare l’app iSpazioMSG preferendola ad altre. Lo sviluppo e la diffusione potrebbe diventare più rapido e semplice, senza sentire il peso schiacciante dei colossi.

Tutto questo ci riporta al concetto delle email. Per funzionare utilizzano lo standard IMAP o POP3 e quando abbiamo bisogno di comunicare con qualcuno tramite email, non dobbiamo fare altro che scriverla ed inviarla sapendo che il destinatario la riceverà sicuramente. Quest’ultimo, potrà aprire l’email come ritiene più opportuno, tramite l’app Mail di Apple, tramite l’app Gmail, Outlook o in qualsiasi altro modo. Con le email c’è la piena libertà di scelta e se domani venisse creata una nuova applicazione per leggere o scrivere delle email, automaticamente anche quella avrebbe le stesse possibilità di successo che hanno tutte le altre, potrà addirittura scavalcare quelle già esistenti da anni e diventare il client più utilizzato.

Con la messaggistica immediata purtroppo non è così: ognuno utilizza i suoi protocolli e può chattare soltanto con le persone che hanno la stessa app installata. Questo non favorisce la concorrenza nè le pari opportunità e la DMA stabilisce che le app più piccole debbano avere delle “possibilità di riuscita” chiedendo alle aziende più grandi di “aprirsi”.

Le piattaforme più grandi “non sono obbligate a interconnettersi tra loro” sebbene nulla vieti a loro di farlo. L’interoperabilità tra le applicazioni più popolari nei confronti di quelle più piccole invece sarà obbligatorio. Chi non adempirà a tutto questo dovrà pagare una multa del 10% del fatturato che aumenterà al 20% in caso di recidiva.

Tutto questo verrà esteso anche ai social network in un momento successivo, in modo da semplificare il trasferimento dei propri dati. La difficoltà di spostare tutti i dati dal proprio profilo Facebook o Twitter ad una nuova piattaforma che dovesse nascere è una delle ragioni per le quali non vedremo nascere nuove piattaforme nel futuro immediato e questo limita la concorrenza. Se invece ci saranno strumenti in grado di esportare i dati da Facebook e di caricarli su un nuovo social ottenendo un profilo completo, perfettamente compilato, con tutte le foto caricate, gli status e così via, allora l’utente avrebbe nuovamente la libertà di scegliere cosa utilizzare.

Le altre regole

La DMA non si ferma alle piattaforme di messaggistica perchè include anche delle regole sulle aziende che sfruttano le proprie piattaforme per creare una profilazione degli utenti a cui sottoporre pubblicità. Im maniera analoga a quanto fatto da Apple con iOS 15 e l’ATTT, anche la DMA stabilisce che le aziende debbano ottenere il consenso esplicito dell’utente prima di poterlo tracciare, profilare e sottoporgli pubblicità personalizzata.

Inoltre, Apple e Google dovranno permettere di installare Negozi alternativi di terze parti e supportare quindi sistemi di pagamento che vanno al di fuori del loro controllo.

Apple ha più volte sottolineato che tutte queste regole sono pericolose:

Rimaniamo preoccupati che alcune disposizioni del DMA creeranno inutili vulnerabilità di privacy e sicurezza per i nostri utenti, mentre altre ci vieteranno di addebitare la proprietà intellettuale in cui investiamo molto. Crediamo profondamente nella concorrenza e nella creazione di fiorenti mercati competitivi in tutto il mondo e continueremo a lavorare con le parti interessate in tutta Europa nella speranza di mitigare queste vulnerabilità, afferma un portavoce Apple.

Anche Whatsapp ha commentato:

L’interoperabilità può avere benefici, ma se non viene fatta con attenzione potrebbe causare un tragico indebolimento della sicurezza e della privacy in Europa.

Cambieranno anche i browser, che oggi sono costretti ad utilizzare il motore WebKit di Apple. Se la legge verrà approvata, ogni browser potrà utilizzare la propria versione personalizzata di Chromium o di qualsiasi altro motore, proprio come la controparte desktop.

Anche Siri dovrà cambiare, o meglio, dovrà convivere con altri assistenti virtuali qualora i concorrenti decidessero di sbarcare anche su iOS.

Una prima approvazione di questo DMA è già avvenuta durante il mese di Marzo. Da quanto trapelato in rete sembra che la direzione sia quella dell’approvazione totale delle norme ma vi terremo aggiornati.