Facebook può scaricare volontariamente la batteria del nostro iPhone

Facebook può scaricare volontariamente la batteria del nostro iPhone

Se avete mai notato che la batteria del vostro iPhone si scarica velocemente durante l’utilizzo di Facebook o Messenger, potrebbe non essere una coincidenza.

Secondo un ex data scientist di Meta, la società ha la capacità di scaricare segretamente le batterie Android e iPhone degli utenti come parte dei test interni delle app.

In un’intervista con il The New York Post, George Hayward afferma di essere stato licenziato lo scorso novembre per essersi rifiutato di partecipare ai “negative testing” mentre lavorava all’app Messanger.

I negative testing consentono agli sviluppatori di “confrontare l’output previsto con l’output errato” rivelando come un’app risponde a dati non validi. Nel caso di Facebook, questi test potrebbero essere utilizzati per vedere come funzionano determinate funzionalità o quanto velocemente si caricano i messaggi quando le batterie si scaricano più rapidamente del previsto.

Hayward, che ha intentato una causa ma in seguito l’ha ritirata a causa di un requisito arbitrale, afferma che la pratica “potrebbe danneggiare qualcuno”.

L’ex dipendente di Meta non rivela quante persone potrebbero essere state influenzate dai suddetti test o se il test di Messenger sia mai riuscito a superare la fase beta. Tuttavia, Hayward ha dichiarato di aver ricevuto un documento di formazione interno intitolato “Come eseguire negative testing ponderati“, che includeva esempi di come eseguire questi test.

Hayward afferma di essere stato licenziato dopo tre anni per essersi rifiutato di partecipare ai test.

Hayward ha lavorato all’app Messenger di Facebook, che consente agli utenti di inviare messaggi scritti o effettuare telefonate o videochiamate ed è uno strumento di comunicazione cruciale in molti paesi.

Scaricare volontariamente la batteria del cellulare di qualcuno mette a rischio le persone, specialmente “in circostanze in cui hanno bisogno di comunicare con altri”, secondo il contenzioso intentato contro la società madre di Facebook, Meta Platforms.