Lo SPID resterà attivo altri 2 anni ma il suo futuro è già segnato: il governo ha scelto la CIE

Lo SPID resterà attivo altri 2 anni ma il suo futuro è già segnato: il governo ha scelto la CIE

Lo SPID ha rischiato di smettere di funzionare in Italia e questo avrebbe causato un danno ed un caos non indifferente considerando che ci sono ben 34,6 milioni di cittadini iscritti a quello che rappresenta il sistema più utilizzato in assoluto per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione online.

Gli accordi sarebbero terminati ad Aprile ma il sottosegretario all’innovazione, Alessio Butti, è riuscito a trovare un compromesso ed a stringere un nuovo accordo con i gestori del sistema di autenticazione i quali riceveranno 40 milioni di euro (rispetto ai 50 milioni iniziali) per mantenere attiva la piattaforma per altri 2 anni.

Dei 10 gestore iniziali ne resteranno 9 perchè Intesa ha deciso di tirarsi fuori. Ciò nonostante si potrà continuare ad utilizzare lo SPID con PosteID, InfoCert e così via ma nei prossimi due anni si cercherà comunque di migrare verso il CieID che utilizza la Carta di Identità Elettronica ed è completamente privo di costi di gestione, come vi abbiamo illustrato in un’apposita Guida qualche giorno fa.

Lo SPID funziona e funziona anche bene ma è destinato a morire perchè il Governo non vuole/può più sostenere questi costi per i gestori. Butti non è mai stato un grande tifoso dello SPID ed ha più volte parlato dell’esigenza di razionalizzare tutte le identità digitali:

Bisogna utilizzare un sistema soltanto, valido in tutta Europa.

L’obiettivo, mai nascosto, è di migrare tutti gli utenti verso l’utilizzo della Carta di Identità Elettronica che successivamente potrebbe agganciarsi ad un sistema valido in tutta Europa, anche attraverso il wallet elettronico (come avviene già in alcuni Stati americani) ma a sentire queste parole ci sembra una proiezione fin troppo ottimistica considerando che sono ancora tantissime le persone che utilizzano la Carta di Identità cartacea per non parlare dei tempi biblici richiesti dai comuni per effettuare il cambio (fino a 6 mesi), quando è possibile, e l’esborso di ulteriori 20/25€ per la CIE.

Intanto sono stati compiuti dei passi in avanti verso il CieID: la scorsa settimana è diventato possibile gestire il livello 1 e 2 di autenticazione grazie ad un sito web rinnovato ed un’applicazione aggiornata. E’ anche possibile riottenere il PUK online senza recarsi al comune, necessario per recuperare il PIN. Quasi tutti i siti della PA devono ancora essere aggiornati per supportare a pieno il nuovo bottone “Accedi con CieID” o il QR Code.

Chissà se basteranno 2 anni per un cambiamento completo che sembra una cosa semplice ma che in realtà non è così, anche per via dei tempi burocratici che abbiamo.

Nel frattempo, se avete una Carta di Identità Elettronica, vi consigliamo di anticiparvi e registrarvi per poterla utilizzare al posto dello SPID (o come alternativa allo SPID finchè resterà attivo).