Apple nuovamente nel mirino dell’Antitrust per abuso di posizione dominante nel mercato delle app

Apple nuovamente nel mirino dell’Antitrust per abuso di posizione dominante nel mercato delle app

L’AGCM, già impegnata nella questione tra Meta e SIAE per il ripristino dei brani italiani su Instagram e Facebook, ha avviato una nuova istruttoria contro Apple per abuso di posizione dominante nel settore delle applicazioni mobile.

Secondo l’AntiTrust italiano, da Aprile 2021 Apple ha iniziato ad adottare una politica sulla Privacy più restrittiva per gli sviluppatori. Questo di per sè non è un male, anzi… ma Apple starebbe applicando due pesi e due misure nel senso che mentre gli sviluppatori hanno accesso ad un numero limitato di informazioni, con tutti gli svantaggi che questa cosa può comportare, la stessa cosa non accadrebbe per le app di Apple.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha quindi avviato un’istruttoria nei confronti di Apple per accertarsi dell’esistenza di questo presunto abuso di posizione dominante nel mercato delle app mobile. 

In termini più semplici, quando installiamo un’applicazione da App Store vediamo apparire un popup che ci permette di scegliere se vogliamo consentire il tracciamento pubblicitario oppure no. Gli sviluppatori di terze parti devono quindi ottenere il consenso prima di poter tracciare le attività, incrociare i dati di navigazione degli utenti e tutto il resto. Le app di Apple invece non mostrano mai questo avviso e l’utente non ha la possibilità di negare il consenso.

In aggiunta, anche quando il consenso dell’utente viene esplicitamente fornito tramite il popup, i dati che si riescono a raccogliere ed utilizzare sono inferiori rispetto a quelli che può ottenere Apple per sè stessa.

La disponibilità dei dati relativi sia alla profilazione degli utenti sia alla misurazione dell’efficacia delle campagne pubblicitarie – pur nel rispetto della disciplina a tutela della privacy – sono elementi essenziali per l’appetibilità degli spazi pubblicitari venduti dagli sviluppatori di app e acquistati dagli inserzionisti. Per questo, secondo l’Autorità, la presunta condotta discriminatoria di Apple può causare un calo dei proventi della pubblicità degli inserzionisti terzi, a vantaggio della propria divisione commerciale; ridurre l’ingresso e/o impedire la permanenza dei concorrenti nel mercato dello sviluppo e della distribuzione di app; avvantaggiare le proprie app e, di conseguenza, gli apparati mobili e il sistema operativo iOS Apple.

Non è la prima volta che l’AGCM avvia indagini contro Apple e spesso è riuscita anche ad ottenere la meglio con delle multe piuttosto cospicue.