Apple Music contro le riproduzioni generate dai bot: frodi diminuite del 30%

Apple Music contro le riproduzioni generate dai bot: frodi diminuite del 30%

Apple Music ha registrato una diminuzione del 30% delle frodi negli ultimi dodici mesi, secondo un recente rapporto. Questo calo è stato attribuito all’implementazione di misure di protezione più rigorose contro la manipolazione degli streaming.

Una forma comune di frode negli streaming è l’utilizzo di reti di bot da parte di alcuni musicisti per riprodurre continuamente la loro musica, allo scopo di guadagnare royalties. Tuttavia, Apple ha rilevato anche altri tipi di frode.

Billboard riporta che, nonostante le misure anti-frode siano diventate note solo di recente, Apple le utilizza da oltre un anno.

Apple Music ha introdotto in modo discreto nuove e più efficaci protezioni contro le frodi, compresa l’applicazione di “aggiustamenti finanziari” per i recidivi, più di un anno fa. Secondo una email ottenuta da Billboard, inviata dalla piattaforma ai partner dell’industria musicale a marzo, le misure interne di Apple Music hanno già portato a una riduzione del 30% nella manipolazione degli streaming.

Le frodi non si limitano solo agli streaming artificiali. Apple paga una royalty per ogni traccia riprodotta, a patto che questa abbia una durata di almeno 30 secondi. Pertanto, alcuni “musicisti” hanno creato interi album di brani della durata di 31 secondi.

Sebbene la motivazione sia spesso finanziaria, alcuni artisti cercano solo di aumentare la loro apparente popolarità. Apple ha comunicato alle etichette discografiche che anche questo approccio è inefficace.

Per aiutare etichette e distributori a identificare dove si verifica la frode, Apple Music ha iniziato a inviare rapporti giornalieri che dettagliano “gli album di un fornitore di contenuti con streaming in attesa di revisione”. Dopo ogni revisione, Apple rimuove gli streaming manipolati e rende disponibili quelli legittimi. Al termine di ogni mese, i fornitori di contenuti ricevono anche un rapporto con tutti gli streaming esclusi. Anche Spotify ha intensificato la segnalazione fornita a etichette e distributori, aggiungendo la possibilità di identificare i recidivi.

“Questo processo avviene prima che Apple Music paghi le royalties e calcoli le classifiche,” si legge nell’email. “Blocchiamo i trasgressori dai principali vantaggi della manipolazione dello streaming e reindirizziamo le royalty a riproduzioni valide di contenuti.”

La società di Cupertino afferma di prendere molto sul serio la frode, adottando una gamma di risposte a seconda della gravità. Queste possono variare da “aggiustamenti finanziari” a chiusure di account e, nel caso di etichette discografiche responsabili, alla rescissione degli accordi di distribuzione.

Le misure sembrano efficaci, con Apple Music che risulta avere il livello di frode più basso nel settore. Deezer ha rilevato che il 7% dei suoi streaming erano fraudolenti, Spotify sostiene che la sua percentuale sia inferiore all’1%, mentre Apple afferma che, dopo l’implementazione di questi nuovi strumenti e politiche, la sua percentuale sia scesa allo 0,3%.