Chiariamo meglio le regole per gli App Store alternativi: le 25 cose che gli sviluppatori devono sapere!

Chiariamo meglio le regole per gli App Store alternativi: le 25 cose che gli sviluppatori devono sapere!

La scorsa settimana, Apple ha annunciato una serie di nuove regole destinate agli sviluppatori di applicazioni nell’UE, in risposta al Digital Markets Act (DMA). Dopo essere stata designata come “gatekeeper”, l’UE ha richiesto alla società di apportare modifiche per non ostacolare quello che viene definito diritto alla concorrenza nell’industria delle app.

Queste modifiche includono nuovi metodi per scaricare applicazioni al di fuori dell’App Store, nuovi framework ed API, una struttura di commissioni e tariffe rivista ed altro ancora. Le risposte degli sviluppatori alle modifiche sono state miste, con diverse aziende di grandi dimensioni, tra cui Epic Games, Spotify e più di recente anche Microsoft, che hanno aspramente criticato le modifiche di Apple.

In uno sforzo per incrementare la competizione, la società di Cupertino ha introdotto una riduzione delle commissioni nell’UE: il 17% per transazioni digitali e servizi, oppure il 10% per coloro che beneficiano di uno sconto per le piccole imprese (o abbonamenti nel secondo anno). Tuttavia, l’azienda continuerà ad addebitare un ulteriore 3% per chi utilizza il suo servizio di elaborazione dei pagamenti.

Oltre a ciò, è stata introdotta una “Core Technology Fee“, destinata a coprire l’accesso alle tecnologie proprietarie e agli strumenti di Apple, i servizi e il supporto agli sviluppatori, e l’integrità della piattaforma. Questa tassa si applica alle app distribuite sia sull’App Store che tramite altri mercati e ammonta a 0,50€ per ogni prima installazione annuale oltre la soglia di 1 milione.

Apple offre anche nuove opzioni, come la possibilità di scegliere il proprio browser web predefinito e, per gli sviluppatori, la capacità di utilizzare la tecnologia di pagamento NFC per le proprie app.

Le 25 cose che gli sviluppatori devono conoscere sugli App Store alternativi e perché probabilmente non conviene andarci:

Approfondendo la documentazione fornita da Apple e dialogando con l’azienda, emergono alcune avvertenze e dettagli importanti che gli sviluppatori dovrebbero conoscere.

Come vi avevamo spiegato, esisteranno due tipi di contratto: uno che include i vecchi termini e condizioni per distribuire app in App Store come sempre fatto fin ora, con i limiti attuali e le commissioni attuali (30% o 15%) e poi c’è il nuovo che è l’unico a prevedere la possibilità di distribuire applicazioni sia in App Store che nei negozi alternativi, la possibilità di utilizzare sistemi di pagamento proprietari senza commissioni ad Apple, commissioni ridotte per gli acquisti e per gli in-app (17% e 10% + 3%) ma a tutto questo si affianca anche la Core Technology Fee di 50 centesimi di € per ogni nuova installazione annuale superato il milione.

Ecco una lista iniziale di importantissime informazioni, che verrà aggiornata nel tempo con ulteriori dettagli:

Apple consentirà marketplace alternativi che competono con il proprio App Store, ma la società controllerà quali aziende saranno autorizzate a creare tali app. Apple afferma che gli sviluppatori avranno bisogno di una lettera di credito di 1.000.000 di euro da un istituto finanziario con rating A per ricevere il diritto di creare uno store alternativo. L’azienda afferma che solo gli sviluppatori che si impegnano a proteggere gli utenti avranno accesso alle nuove API necessarie per creare i loro store, e questo è un modo in cui Apple li esaminerà. L’azienda ritiene che questa limitazione eviterà che i malintenzionati lancino degli store per danneggiare gli utenti iPhone.
I marketplace alternativi potranno essere distribuiti soltanto attraverso i siti Web degli sviluppatori, non verranno rilasciati in App Store.
Apple non consentirà il sideloading, quindi le singole app (esclusi i Marketplace) non potranno essere diffuse e scaricate dai siti web, ma dovranno necessariamente optare per la distribuzione sull’App Store o nei marketplace di terze parti.
Gli sviluppatori degli App Store alternativi saranno soggetti al pagamento della Core Technology Fee per ogni nuova installazione, mentre gli sviluppatori di app che vengono distribuite tramite marketplace alternativi e tramite l’App Store godranno del primo milione di installazioni gratuite ogni anno solare. Apple sottolinea che questa tassa coprirà i costi sostenuti in quanto l’azienda ha dovuto sviluppare più di 600 nuove API come parte del suo impegno per abilitare i marketplace alternativi.
Organizzazioni no-profit, enti governativi ed istituti scolastici saranno esentati dalla Core Technology Fee.
La Core Technology Fee si applicherà anche sulle app gratuite, open source e freemium. Di conseguenza gli sviluppatori dovranno pagare i 50 centesimi per ogni nuova installazione anche se la loro app si scarica gratuitamente perché Apple ritiene che queste app sono in grado di monetizzare in un altro modo, ad esempio tramite pubblicità o beni fisici. (In altre parole, Apple ha trovato un modo per sfruttare le entrate generate dalle app al di fuori degli acquisti in-app e dei download a pagamento). La società stima che la Core Technology Fee sarà pagata solo da meno dell’1% degli sviluppatori nell’UE.
Apple implementerà misure di sicurezza contro il cosiddetto “install bombing” (ovvero un malintenzionato che aumenta il numero di installazioni dell’app di un competitor, ad esempio scaricando la sua app su più dispositivi) per il solo scopo di danneggiarlo, facendogli pagare la tassa per ogni download ricevuto. Apple ha infatti sviluppato un meccanismo di verifica delle installazioni per garantire la provenienza da dispositivi legittimi e limiterà il numero di prime installazioni annuali che possono provenire da un singolo dispositivo. Inoltre, la società avvisa che potrebbe anche chiudere gli account sviluppatore che adottano comportamenti sospetti.
Un utente può installare diversi marketplace di app di terze parti sul proprio iPhone, ma ogni installazione va confermata ed autorizzata prima di poter avvenire.
Gli utenti avranno nuove opzioni e controlli per gestire le modalità di installazione delle app, compresa l’autorizzazione per gli app store alternativi. Dal certificato si potrà vedere l’origine del download di un’app (ad esempio da quale app store di terze parti è stata installata). Un’autorizzazione in Impostazioni denominata “Consenti Marketplace dallo sviluppatore”  permetterà agli utenti di scegliere gli app store alternativi che desiderano consentire. Gli utenti possono anche revocare le autorizzazioni di uno sviluppatore, se necessario, e gestire il marketplace delle app predefinito nelle impostazioni.
Indipendentemente dalla modalità di distribuzione, le app verranno sottoposte ad “autenticazione”, che include la scansione per virus e malware ed una revisione umana per garantire l’autenticità dell’app.
Sebbene le app vadano autenticate, quando vengono distribuite fuori dall’App Store non devono sottostare obbligatoriamente agli standard di qualità dell’App Store ed ovviamente Apple non potrà rifiutare le applicazioni in base al contenuto. Questo significa che sugli store alternativi potrebbero dilagare app con contenuti illeciti e pornografia.
In caso di rilevamento di malware in un’app di un app store di terze parti, Apple ne impedirà l’avvio, ma non si assumerà responsabilità per rimborsi o rischi di frode al di fuori dell’App Store.
L’autenticazione consentirà ad Apple di fornire agli utenti maggiori dettagli su un’app prima dell’installazione, inclusi nome, descrizione dello sviluppatore, screenshot e classificazione per età.
Apple contrasterà gli sforzi degli sviluppatori di creare negozi di giochi alternativi, offrendo la possibilità di diffondere in App Store delle applicazioni che includono al loro interno un catalogo di giochi in streaming. Prima ogni gioco doveva essere rilasciato come un’app separata.
Gli sviluppatori devono presentare un unico codice binario per la loro app, indipendentemente dalla distribuzione sull’App Store o su un marketplace di app alternativo. Questo significa che se un’applicazione verrà rilasciata sia in App Store che al di fuori, nel momento in cui un utente la installa da App Store, l’applicazione risulterà già installata quando apre lo store alternativo. Chi vorrà installarla dallo store alternativo dovrà prima cancellare l’app dallo smartphone e poi installarla da lì.
Sebbene gli sviluppatori possano integrare sistemi di pagamento alternativi nelle app dell’App Store, non possono farlo contemporaneamente con i pagamenti in-app (IAP) di Apple. Quindi o utilizzano in tutto e per tutto sistemi di pagamento esterni o utilizzano quelli Apple (con commissioni ridotte al 17% e 10% + 3% per gli in-app).
Agli utenti viene richiesto di selezionare un’app browser predefinita dopo l’aggiornamento ad iOS 17.4 e possono gestire il browser predefinito nelle impostazioni di iOS.
Gli sviluppatori di app browser nell’UE possono scegliere motori alternativi diversi dal WebKit di Safari, con l’introduzione di tecnologie ad alte prestazioni. Apple afferma che sta portando le tecnologie da WebKit a iOS per abilitare browser alternativi “ad alte prestazioni”. Ciò include la compilazione just in time, il supporto multiprocesso, un sandbox web personalizzato e passkey.
Gli sviluppatori di app browser devono conformarsi alle pratiche standard del settore per la privacy e la sicurezza, affrontando prontamente le vulnerabilità di sicurezza.
Gli sviluppatori possono offrire pagamenti NFC all’interno delle loro app senza utilizzare Apple Pay o l’app Wallet di Apple. Questa soluzione è simile al modo in cui Android supporta i pagamenti NFC per portafogli alternativi e consente alle app di accedere al “field detect”, che richiama l’app NFC predefinita dell’utente quando un iPhone viene posizionato vicino a un terminale.
Gli sviluppatori possono integrare pagamenti di terze parti direttamente nella loro app o informare gli utenti sulle offerte quando acquistano dal loro sito web.
Sebbene gli sviluppatori possano iniziare a lavorare sulle nuove funzionalità con Xcode 15.3 e iOS 17.4 in versione beta, le modifiche non saranno accessibili agli utenti fino a marzo.
50 nuovi report in App Store Connect forniranno metriche dettagliate su coinvolgimento (come il numero di utenti che interagiscono con un’app sull’App Store o la condividono con altri), distribuzione (download, vendite, proventi, preordini, transazioni effettuate con il sistema di acquisto in-app di Apple), utilizzo dell’app (arresto anomalo, dispositivi attivi, installazioni, eliminazioni di app, ecc.) e utilizzo dei framework (interazione dell’app con il processo del sistema operativo, come PhotoPicker , Widget e CarPlay), offrendo agli sviluppatori maggiore visibilità e controllo.
Gli sviluppatori potranno condividere il proprio app store con sviluppatori di app marketplace alternativi e terze parti, anche esportando la cronologia completa del coinvolgimento, del commercio e dell’utilizzo della propria app. Maggiori dettagli a riguardo arriveranno a marzo.
Gli sviluppatori possono scegliere tra i termini esistenti oggi disponibili (ad esempio la struttura delle commissioni al 30% e 15%) o i nuovi termini. Tuttavia, coloro che in qualsiasi momento adotteranno i nuovi termini commerciali di Apple nell’UE non potranno mai più tornare ai termini commerciali precedenti della società di Cupertino per le loro app nell’UE.