Google ed Epic Games si sfidano ancora in tribunale

Google ed Epic Games si sfidano ancora in tribunale

La disputa legale tra Google ed Epic Games, il celebre sviluppatore di Fortnite, continua a occupare le aule dei tribunali con una nuova svolta. Dopo la decisione del tribunale distrettuale dello scorso ottobre, Google ha deciso di presentare appello per contestare le modifiche imposte al Play Store, intensificando una battaglia che potrebbe avere ripercussioni sul mercato delle app.

Il conflitto ruota attorno alle commissioni applicate da Google per la distribuzione delle app e gli acquisti in-app tramite il Play Store. Epic Games ha accusato l’azienda di abuso di posizione dominante, sostenendo che queste tariffe e le politiche di gestione limitano la concorrenza, penalizzando sia gli sviluppatori che gli utenti.

In seguito al processo, il tribunale aveva dato ragione a Epic, obbligando Google a permettere l’inclusione di app store di terze parti all’interno del Play Store e a garantire l’accesso al catalogo delle app per un periodo di tre anni. Google, però, ha deciso di contestare questa sentenza, portando la questione davanti alla Corte d’Appello del Nono Circuito.

Nella documentazione presentata per l’appello, Google ha sostenuto che il tribunale distrettuale avrebbe errato nel considerare la mancanza di concorrenza tra Google e Apple nei mercati della distribuzione delle app e della fatturazione in-app. Questo punto era già stato respinto nel caso parallelo tra Epic e Apple, ma il giudice del tribunale distrettuale ha permesso a Epic di riformulare l’argomentazione.

Un altro aspetto cruciale dell’appello riguarda le implicazioni tecniche e legali dell’ingiunzione.

Google ha affermato che la sentenza impone la creazione di nuove infrastrutture per supportare i concorrenti, un obbligo che, secondo l’azienda, contravviene ai principi fondamentali delle normative antitrust. Inoltre, Google ha sottolineato che l’ingiunzione va oltre i rimedi concordati con le autorità di tutti gli Stati americani, sollevando dubbi sulla sua necessità e sull’impatto sulla sicurezza degli utenti.

L’azienda teme infatti che l’apertura del Play Store agli app store di terze parti e l’accesso esteso al catalogo possano esporre gli utenti a rischi per la sicurezza. Google ritiene che questo tema debba essere preso in considerazione con priorità nel caso in cui si dovessero apportare eventuali cambiamenti.

Il prossimo capitolo della vicenda si aprirà il 3 febbraio 2025, quando la Corte d’Appello ascolterà le argomentazioni delle parti.