TikTok torna a funzionare negli Stati Uniti dopo l’intervento decisivo di Trump
TikTok ha iniziato gradualmente a funzionare di nuovo negli Stati Uniti dopo essere stata sospesa per diverse ore a causa dell’entrata in vigore di un divieto federale. Questa vicenda, intricata e complessa, si arricchisce di un nuovo capitolo grazie all’intervento dell’ex presidente Donald Trump, che ha avanzato una proposta per il futuro della piattaforma.
Nella serata di sabato, gli utenti di TikTok negli Stati Uniti si sono visti comparire un messaggio che annunciava la temporanea indisponibilità del servizio. Questo blocco era una diretta conseguenza del divieto federale, confermato dalla Corte Suprema il giorno precedente. Poco dopo, è stato aggiunto un ulteriore messaggio:
“Siamo fortunati che il presidente Trump abbia indicato che lavorerà con noi per trovare una soluzione che ci permetta di ripristinare TikTok una volta entrato in carica. Per favore, rimanete sintonizzati!”.
Domenica a mezzogiorno, il sito web di TikTok è tornato online. Ad accogliere gli utenti, un messaggio che attribuiva il ripristino alla mediazione di Trump:
“Grazie agli sforzi del presidente Trump, TikTok è tornato negli Stati Uniti!”. Tuttavia, la piattaforma è ancora assente dagli app store di Apple e Google, che continuano a rispettare il divieto per evitare implicazioni legali.
Le tensioni tra TikTok e il governo americano affondano le radici nel primo mandato di Trump, quando la piattaforma di proprietà della cinese ByteDance è stata accusata di rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale. Si temeva che i dati degli utenti statunitensi potessero essere condivisi con il governo cinese, alimentando dubbi e portando al divieto federale.
La situazione si è intensificata venerdì scorso con la conferma del divieto da parte della Corte suprema, ma la nuova amministrazione ha scelto di non applicarlo immediatamente, lasciando a Trump la possibilità di proporre una soluzione alternativa.
Durante un comizio, l’ex presidente ha illustrato un piano per “salvare TikTok” attraverso una joint venture tra la ByteDance e il governo degli Stati Uniti. Secondo questa proposta, il governo americano deterrebbe il 50% della proprietà della piattaforma senza effettuare alcun investimento diretto. Trump ha sottolineato che, senza l’approvazione presidenziale, “TikTok non vale nulla”.
Trump ha descritto l’app come un elemento strategico che ha contribuito in modo significativo alla sua campagna elettorale, consentendogli di avvicinarsi ai giovani elettori, storicamente poco inclini a sostenere i repubblicani. Grazie a un giovane collaboratore noto come “TikTok Jack”, Trump è riuscito a conquistare il voto dei giovani con un margine di 36 punti, un risultato mai raggiunto prima dai repubblicani.
“Abbiamo vinto il voto dei giovani. Romney lo aveva perso di 40 punti. È un divario molto ampio”, ha dichiarato Trump, sottolineando come questa esperienza lo abbia spinto a voler mantenere TikTok negli Stati Uniti, sia per il suo valore economico che per l’impatto occupazionale.
La proposta di Trump, tuttavia, ha sollevato preoccupazioni e critiche dal punto di vista legale e politico. Un partenariato tra il governo americano e TikTok potrebbe sollevare questioni relative al Primo Emendamento, trasformando ogni decisione di moderazione dei contenuti in un potenziale atto governativo, con accuse di censura.
Alcuni senatori repubblicani, tra cui Tom Cotton e Pete Ricketts, hanno criticato apertamente il piano, sottolineandone l’assenza di una base legale per estendere la scadenza del divieto. Entrambi hanno elogiato le aziende che hanno rispettato la legge e avvertito che chiunque collabori con TikTok potrebbe subire gravi conseguenze finanziarie.
Nonostante le polemiche, Trump ha definito la sua proposta una vittoria economica e politica per il Paese. Secondo il presidente, questa joint venture garantirà un ritorno economico significativo agli Stati Uniti, consolidandone al contempo la presenza sul territorio americano.
TikTok, dal canto suo, ha espresso pubblicamente gratitudine nei confronti di Trump. Il CEO Shou Chew ha diffuso un video in cui ha ringraziato il presidente per il suo impegno nella ricerca di una soluzione. Inoltre, l’azienda ha dichiarato che il ritorno del servizio rappresenta una vittoria per il Primo Emendamento e contro la censura arbitraria, confermando il proprio impegno a supportare milioni di utenti e piccole imprese negli Stati Uniti.