Apple esclusa dall’indagine UE su Corning e Gorilla Glass
La Commissione Europea ha concluso un’indagine antitrust su Corning, il colosso statunitense noto per la produzione del Gorilla Glass, e per una volta Apple ha osservato tutto da spettatrice.
La Commissione ha accettato una serie di impegni proposti da Corning, chiudendo così un’indagine avviata per verificare eventuali pratiche anticoncorrenziali nella fornitura del cosiddetto vetro “Alkali-aluminosilicate” (Alkali-AS Glass), impiegato come strato protettivo nei dispositivi elettronici come smartphone, tablet e dispositivi indossabili.
Le indagini preliminari dell’UE avevano evidenziato che Corning potrebbe aver abusato della propria posizione dominante attraverso clausole esclusive o quasi-esclusive con OEM e aziende di lavorazione del vetro, ostacolando così l’ingresso di concorrenti nel mercato.
Tuttavia, mentre Corning rifornisce anche Apple con vetri speciali, la Commissione ha specificato che questi prodotti “hanno composizioni speciali e sono utilizzati solo da Apple”, e per questo motivo non rientrano nell’ambito dell’indagine.
Per affrontare le preoccupazioni dei regolatori, Corning ha presentato una serie di impegni rivisti, che la Commissione ha accettato dopo un confronto con il mercato. Tra i punti principali:
L’inclusione nel perimetro degli impegni non solo dell’Alkali-AS Glass, ma anche dei vetri ceramici trasparenti (“Clear Glass Ceramics”) usati come strato protettivo nei dispositivi elettronici portatili. Questi ultimi sono stati inclusi perché è probabile un loro impiego sempre più esteso da parte degli OEM. Tuttavia, come precisato, gli accordi con Apple restano esclusi: “i prodotti di vetro di copertura sviluppati da Corning per Apple non fanno parte del mercato rilevante”.
Corning si impegna a rinunciare a tutte le clausole di esclusività presenti nei contratti attuali con OEM e finitori e a non introdurne di simili in futuro.
Nell’Area Economica Europea, Corning non potrà più richiedere che gli OEM acquistino una determinata quantità di Alkali-AS Glass o Clear Glass Ceramics per ottenere vantaggi sui prezzi, né potrà influenzare in alcun modo la supply chain in tal senso.
A livello globale, Corning non potrà pretendere che gli OEM acquistino più del 50% della loro domanda totale (per Alkali-AS Glass e Clear Glass Ceramics) dall’azienda, evitando così che venga aggirata la soglia complessiva tramite imposizioni su segmenti specifici.
I finitori, a loro volta, non potranno essere vincolati a comprare da Corning più del 50% della loro domanda combinata globale per Alkali-AS Glass, LAS Glass, NAS Glass e Clear Glass Ceramics. Non sarà possibile subordinare sconti o vantaggi a tali obblighi.
In materia di brevetti, Corning dovrà limitarsi a fare causa per violazione di brevetto e non potrà basarsi su violazioni contrattuali o altre clausole punitive.
Infine, l’accordo prevede una clausola anti-elusione standard, chiarita in una nota interpretativa allegata, e un impegno da parte di Corning a comunicare ufficialmente a OEM e finitori (in inglese e cinese mandarino) i contenuti degli impegni presi.
Come si legge nella nota ufficiale:
“Alla luce dei risultati di questo market test, Corning ha modificato gli impegni inizialmente proposti e offerto i seguenti impegni finali […] Tuttavia, gli impegni non si applicheranno agli accordi di Corning con Apple, dato che la Commissione ha rilevato che i prodotti di vetro di copertura sviluppati da Corning per Apple non rientrano nel mercato rilevante.”
In sostanza, Corning rimuoverà le clausole esclusive dai propri contratti, non legherà più gli sconti a quote minime d’acquisto nell’UE e non farà dipendere il prezzo da quanto vetro un cliente acquista nel mondo.
La Commissione e Corning hanno concordato un periodo di nove anni per l’applicazione degli impegni, durante il quale un fiduciario esterno ne monitorerà il rispetto. Gli accordi con Apple, invece, restano pienamente operativi.