iPhone 17 Pro potrebbe avere un display esclusivo più resistente e anti-riflesso
Con l’arrivo dell’iPhone 17 Air, il nuovo modello ultra sottile che Apple presenterà questo autunno, gli equilibri all’interno della gamma iPhone potrebbero subire un cambiamento radicale. Ma proprio mentre il nuovo Air rischia di rubare la scena ai Pro, un’indiscrezione dell’ultima ora suggerisce che Apple abbia trovato il modo perfetto per differenziare i modelli più costosi.
Finora, uno dei vantaggi più evidenti delle versioni Pro era rappresentato dal display. Solo chi acquistava un iPhone 14 Pro o 15 Pro, ad esempio, poteva contare su ProMotion, la tecnologia che aumenta il refresh rate a 120 Hz e permette la funzione always-on. Ma a partire da quest’anno, le cose potrebbero cambiare.
Secondo quanto riportato, Apple starebbe per estendere la tecnologia ProMotion a tutta la gamma iPhone 17, non solo ai modelli Pro e Pro Max, ma anche ai modelli base e al nuovo iPhone 17 Air, che avranno tutti un display a 120 Hz.
Una mossa sicuramente attesa da molti, ma che rischia di rendere meno appetibili i modelli Pro per chi punta soprattutto al display. Ed è qui che entra in gioco la novità più interessante.
Secondo un recente leak, i modelli Pro e Pro Max di iPhone 17 avranno in esclusiva un nuovo schermo con trattamento anti-riflesso e maggiore resistenza ai graffi. Non ci sono ancora dettagli concreti, ma le fonti parlano di una tecnologia simile a quella del vetro nano-texture che Apple ha già sperimentato su altri dispositivi.
Questa nuova superficie potrebbe rappresentare il prossimo passo nell’evoluzione dei display Apple, offrendo una visibilità migliorata sotto la luce diretta e una maggiore durata, senza compromettere la qualità visiva. Se confermata, questa novità sarebbe cruciale per mantenere il Pro un gradino sopra gli altri modelli, soprattutto ora che l’esclusività del ProMotion è stata persa.
Negli ultimi mesi, Apple ha ampliato l’uso del vetro nano-texture. L’abbiamo già visto sul nuovo iPad Pro M4, poi sul MacBook Pro e sull’iMac di ultima generazione. È quindi plausibile che anche l’iPhone segua questa direzione.