Italiani sempre più abbonati: in media oltre 7 servizi a testa, ma cresce la voglia di disdire
La vita quotidiana degli italiani sta diventando sempre più scandita da servizi in abbonamento. Dallo streaming alla spesa a domicilio, dai software alle utenze, la logica della sottoscrizione è ormai una componente centrale del modo in cui accediamo ai servizi.
Lo conferma una nuova ricerca di Mastercard, secondo cui in Italia ogni persona gestisce in media 7,2 abbonamenti, con una spesa mensile pari a 121 euro, oltre 1.450 euro l’anno. Una cifra che sale ancora se si guarda agli “heavy user”: uno su quattro dichiara di avere più di dieci servizi attivi.
Questi numeri riflettono la crescita globale della subscription economy, che conta oggi 6,8 miliardi di abbonamenti e che, secondo le stime, raggiungerà 9,3 miliardi entro il 2028, con un valore complessivo vicino ai mille miliardi di dollari. Un modello che non riguarda più solo l’intrattenimento, ma settori sempre più diversificati.
Parallelamente, però, cresce anche il lato critico del fenomeno. Il 22% degli italiani prevede di cancellare almeno un abbonamento nei prossimi mesi. Le principali motivazioni sono l’aumento dei costi (56%), le difficoltà economiche (32%) e il semplice mancato utilizzo del servizio (38%). Resta però un dato interessante: il 72% degli intervistati tornerebbe a un servizio se la procedura di disattivazione fosse più semplice.
Alcuni abbonamenti sono ormai considerati essenziali, come quelli per la telefonia mobile, le utenze domestiche, la connessione a internet e lo streaming video, che sono quelli che più spesso vengono indicati come “irrinunciabili”.
Sul fronte della gestione, la maggior parte degli utenti opera in autonomia. Il 60% controlla le proprie sottoscrizioni direttamente dalle piattaforme dei fornitori, con percentuali ancora più alte tra Gen Z (70%) e Millennials (68%). Una parte degli utenti, però, resta affezionata ai canali tradizionali: il 22% preferisce ancora il contatto telefonico con il servizio clienti.
In questo scenario, le banche stanno assumendo un ruolo sempre più centrale come hub di controllo dei pagamenti ricorrenti. Il 72% degli italiani vorrebbe un unico punto da cui monitorare tutti i propri abbonamenti, e il 61% si fida dell’app bancaria più che delle app dei singoli fornitori. Inoltre, il 73% considera utili le funzioni smart integrate nei servizi bancari, come ricevute digitali, consigli di risparmio o cashback automatico.
“Gli abbonamenti sono ormai parte della quotidianità, ma le persone chiedono soprattutto controllo e trasparenza,” spiega Luca Corti, Country Manager di Mastercard Italia. “La sfida è rendere queste esperienze più flessibili, semplici e sostenibili.”
Un passo in questa direzione arriva dall’acquisizione di Minna Technologies, società svedese specializzata nella gestione intelligente delle sottoscrizioni. La sua piattaforma, pensata per essere integrata nelle app bancarie, permette agli utenti di visualizzare e modificare tutte le proprie sottoscrizioni in un’unica interfaccia, riducendo costi inutili e rischio di rinnovi indesiderati.
Il futuro della subscription economy sembra quindi spostarsi dal semplice “attiva l’abbonamento” a un modello in cui il valore aggiunto è il controllo. Una gestione a portata di tap, con un tasto “disattiva” finalmente visibile.