Spotify è stata accusata di violazione del copyright

Spotify è stata accusata di violazione del copyright

La National Music Publishers Association (NMPA) ha inviato a Spotify una lettera di cessazione e desistenza, accusando il servizio di streaming musicale di utilizzare contenuti coperti da copyright senza le dovute licenze.

Secondo quanto riportato da Billboard, la NMPA ritiene che Spotify stia “ospitando opere musicali non autorizzate nei testi, nei video e nei podcast” della sua piattaforma. La lettera chiede a Spotify di rimuovere tali contenuti o affrontare una “responsabilità per violazione di copyright” per il loro continuo utilizzo.

Sebbene la NMPA riconosce a Spotify il possesso di licenze meccaniche e di esecuzione pubblica, sottolinea che l’uso di testi e musica in video e podcast richiede diritti specifici che devono essere negoziati direttamente con i detentori dei diritti.

“È emerso che Spotify visualizza testi e riproduce e distribuisce video musicali e podcast utilizzando opere musicali senza il consenso o il compenso dei rispettivi editori e/o amministratori (i nostri membri) che controllano i diritti d’autore sulle composizioni musicali. Di conseguenza, questi utilizzi di opere musicali sulla piattaforma Spotify non sono concessi in licenza o lo diventeranno a breve.”

Il gruppo cita la legge sul copyright degli Stati Uniti, sottolineando che i titolari del copyright hanno il diritto esclusivo di “riprodurre, distribuire, mostrare, eseguire pubblicamente e creare opere derivate” dai propri lavori (17 U.S.C. Sn. 106). La violazione di questi diritti esclusivi costituisce una violazione del copyright (17 U.S.C. Sn. 501).

La lettera prosegue accusando Spotify di “violazione diretta del copyright” per aver ospitato contenuti musicali non autorizzati e di “distribuire riproduzioni, sincronizzazioni, visualizzazioni e usi derivati non autorizzati” di tali opere ai propri utenti. La NMPA evidenzia inoltre che la piattaforma trarrebbe profitto da questa presunta violazione.

Di conseguenza, la NMPA chiede la rimozione dei testi, video musicali e podcast non autorizzati dalla piattaforma, minacciando Spotify di “responsabilità per violazione di copyright” in caso di mancata rimozione.

Un portavoce della popolare piattaforma di streaming musicale ha dichiarato a Billboard che la lettera è una “trovata pubblicitaria piena di affermazioni false e fuorvianti”. Spotify ha continuato affermando di aver pagato agli autori un “importo record” nel 2023 e di essere sulla buona strada per superare tale cifra nel 2024.